Nevicava il 20 novembre 1989 a New York.
Una neve leggera e sottile come piccole piume candide che anticipava gli 11 centimetri che sarebbero caduti un paio di giorni dopo, coprendo precocemente Central Park con una coperta gelida e stabilendo un record.
Chissà quanti Hansel e Gretel, quanti Pollicino si sono stretti ai loro cappotti ed al braccio sicuro della mamma quel giorno di 25 anni fa e quanti, soli e sorpresi da quel gelo, abbiano affrettato il passo in cerca di un riparo di fortuna.
A New York ed altrove.
Immaginiamo che tra loro vi fosse una piccola fiammiferaia che con l’ultimo
fiammifero abbia espresso il desiderio di un mondo in cui i bimbi, tutti i
bimbi, fossero protetti, ascoltati, al sicuro.
E fu allora, come per magia, che nel grande
Palazzo di vetro in cui i fiocchi riflettendosi parevano centuplicarsi e
cadendo sorridere, guardandosi riflessi per la prima volta, che l’Assemblea
generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione sui diritti dell’infanzia
grazie alla quale tutte le nazioni del mondo riconoscevano che ‘il fanciullo (…)
deve crescere in un
ambiente familiare, in un clima di felicità, di amore e di comprensione’ che
deve essere educato nello spirito degli ideali ‘di pace, di dignità, di
tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà’ che egli ‘necessita di una protezione e di cure particolari’.
Il
desiderio della piccola era stato esaudito e sarebbe bello terminare questa che
pare una fiaba con un ‘( e tutti i bimbi del mondo) vissero felici e contenti’
ma sappiamo che purtroppo non è così.
Da allora però
molta strada è stata fatta: tante tra le Costituzioni successive all’approvazione
della Convenzione hanno recepito i principi più importanti in essa contenuti, l’attenzione
all’infanzia è aumentata, così come i finanziamenti che gli Stati hanno
elargito a favore dei minori, sostenendo, attraverso la cooperazione
internazionale e tramite programmi legati alla scolarizzazione, alle
vaccinazioni, all’accesso all’acqua potabile, anche i bimbi che vivono in paesi
in via di sviluppo o dilaniati da carestie o guerre.
Ma veniamo
alla Convenzione nella quale sono racchiusi i diritti civili, politici,
economici, sociali e culturali riconosciuti ai bambini nel mondo che gli Stati
parti si impegnano a rispettare.
La non
discriminazione, il superiore interesse del bambino di cui tener conto in ogni
provvedimento giuridico e azione privata o pubblica di assistenza sociale, il
diritto alla vita e con essa alla sopravvivenza ed allo sviluppo, il dovere per
l’adulto di ascoltare le opinioni del bambino e tenerle in considerazione in
base al suo livello di maturità ed all’età, sono i principi portanti della
Convenzione ratificata da quasi tutti i paesi del mondo.
Ci si
chiede però quanti di questi 193 Stati promuovano, rispettino e tutelino
davvero all’interno dei loro ordinamenti i diritti dell’infanzia.
La funzione
di controllo atta a verificare l’adempimento da parte degli Stati agli obblighi
previsti dalla Convenzione avviene attraverso un organismo ad hoc il Comitato
per i diritti del bambino.
Si tratta
di un organo a carattere non giurisdizionale istituito allo scopo di esaminare
i rapporti periodici ( inizialmente a 2 anni dalla ratifica poi ogni 5 anni)
sull’attuazione della Convenzione che gli Stati si sono impegnati a presentare
in base all’art 44.
Va detto
che meccanismi di controllo di questo tipo producono dei provvedimenti che non
hanno effetti vincolanti nei confronti degli Stati.
Hanno però, nel mondo
globalizzato e tecnologicamente avanzato in cui viviamo, un importante effetto
politico tra gli stati stessi e rispetto all’opinione pubblica.
Resta ancora
molto da fare oggi, 25 anni dopo la neve sottile e il primo fiammifero.
In Italia ad esempio solo il 13,5 % dei
bambini ha accesso ai servizi per l’infanzia e agli asili nido a causa delle
rette che in un tempo di recessione come quello che viviamo pesano troppo sulle
famiglie e bassi sono gli investimenti a favore dell’infanzia e di tutti i servizi di cui i bambini necessitano, toccando sfere come l’educazione, la
sicurezza, la salute.
E’ di nuovo
caduta la neve a New York nei giorni precedenti a questo anniversario,
nuovamente Central Park è stata sorpresa da 12 centimetri di neve, uno in più
di allora e speriamo per tutti i bimbi del mondo che un’altra piccola
fiammiferaia abbia acceso un fiammifero e sognato assieme a noi un mondo più a
misura di bambino perché molti sono ancora i passi da compiere verso un lieto fine.
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